Feste di piazza

Feste di piazza,
le carte colorate,
gli sguardi sempre ben disposti
a dolci ed aranciate.

I capintesta,
con distintivi sfavillanti,
si sbracciano come dannati
solo per sentirsi più importanti.

Sale sul palco
il numero 24 della lista,
che per far presa sulla folla continua a ripetere:
è ora di finirla, adesso basta.

Ah!

Tutti d’accordo,
e si può andare avanti,
e come previsto dal programma
arrivano i cantanti.

Adesso è il turno
di quello un po’ introverso,
che mentre si esibisce stancamente
pensa che è solo tempo perso.

E tutto a un tratto
arriva l’attrazione,
la gente applaude nervosamente
per mascherare un po’ di delusione.

Eh!

Tutto è finito,
si smonta il palco in fretta,
perché anche l’ultimo degli addetti ai lavori
c'ha a casa qualcuno che lo aspetta.

Restano sparsi,
disordinatamente,
i vuoti a perdere mentali
abbandonati dalla gente... Dalla gente,
abbandonati dalla gente.